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Dermatite seborroica o forfora
La dermatite seborroica è una delle infiammazioni cutanee più comuni del cuoio capelluto.
Dermatite seborroica
La dermatite seborroica è una delle infiammazioni cutanee più comuni del cuoio capelluto. Non è contagiosa e, fatta eccezione per le forme neonatali, compare di solito dopo la pubertà, con una leggera prevalenza nei soggetti di sesso maschile. Oltre alla testa può interessare le zone ricche di ghiandole sebacee del volto (lati del naso, sopracciglia, mento, area periorale) e, meno frequentemente, il torace. Si manifesta con squame bianco-giallastre – la classica “forfora” – accompagnate da prurito e arrossamento.
Perché compare
All’origine c’è una predisposizione individuale che favorisce la crescita eccessiva dei lieviti del genere *Malassezia*, normalmente presenti sulla pelle. Quando la popolazione di questi microrganismi aumenta, si innesca una risposta infiammatoria che accelera il turnover cellulare e provoca desquamazione e prurito. Stress, cambi di stagione e clima freddo possono accentuare l’attività delle ghiandole sebacee e peggiorare i sintomi.
Come intervenire
La prima indicazione è una visita dermatologica: permette di confermare la diagnosi ed evitare trattamenti inappropriati. In genere il medico prescrive shampoo specifici contenenti agenti cheratolitici (acido lattico, acido salicilico) per rimuovere le squame e principi antifungini per ridurre la carica di *Malassezia*. Nelle fasi acute questi prodotti si usano più spesso; nei periodi di remissione si alternano a detergenti delicati per lavaggi frequenti. Una detersione regolare, infatti, aiuta a controllare l’eccesso di sebo e limita la proliferazione dei lieviti.
Andamento nel tempo
La dermatite seborroica ha decorso cronico-recidivante: tende a riattivarsi nei mesi freddi o in situazioni di stress psico-fisico. Per mantenere la pelle in equilibrio è utile adottare alcuni accorgimenti: seguire un’alimentazione ricca di frutta e verdura fresche, introdurre cibi che apportano biotina (cereali integrali, frutta secca, latte e derivati) e, nei limiti del fototipo, esporsi al sole in modo graduale e protetto; la moderata radiazione UV favorisce l’essiccazione delle squame e riduce il prurito. Se i prodotti abituali non sono più efficaci o i sintomi peggiorano, è consigliabile rivolgersi di nuovo al dermatologo per aggiornare la terapia.